L ‘ARTE CURA E SALVA LA MEMORIA

Shoah e memoria
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L’ acrilico di Luca Cristiano: “questi fantasmi tra shoah e immigrazioni” scuote le coscienze assopite in questi tempi bui. È una “tela” per la memoria che cura e salva
Florenzo Doino. Bella

È un’immagine molto significativa quella che ci restituisce l’opera del giovane artista lucano Luca Cristiano. Perché riesce a condurre l’attenzione dell’osservatore oltre i segni che quelle forme e quelle figure vogliono rappresentargli. Lo sguardo si perde in una scala di grigi che ci immedesima con la dimensione emotiva che lo stesso Primo Levi fece trasparire prima nelle sue opere, poi nella sua vicenda biografica, conclusasi tragicamente. Il grigio altalenante delle divise del lager è colore che estende la propria impressione cromatica su tutto ciò che idealmente sta attorno a quel luogo di sofferenza; è un barattolo rovesciato di colore che macchia le pagine di un libro e i giorni di un’intera esistenza. Lo spazio pittorico sembra ravvivarsi mentre scivola verso il dramma della contemporaneità, quello delle migrazioni che solcano il Mediterraneo, col loro carico di speranzosa esasperazione. Eppure è tutta un’illusione: non c’è luce, né vivacità nel dramma rappresentato. È sicuramente un paragone arduo quello che vuole accostare quelle due vicende, lontane nelle dinamiche e nel tempo storico, ma l’autore sa cogliere perfettamente il punto di comunione: il baratro emotivo, capace di risucchiare vite condotte in una disperata resistenza. In entrambi i casi, a pochi è dato di sopravvivere, per raccontare quello che è stato.
Prof. Carmine Cassino Lauria

Il tratto pittorico dell acrilico di Luca Cristiano è lieve ma pur sempre in grado di rendere la profondità del messaggio. Primo Levi osserva con i suoi occhi limpidi e profondi i deportati e i migranti. Entrambi poi guardano lo spettatore odierno
I deportati ricordano che quando gran parte dell’umanità si era girata a guardare altrove essi passarono per un camino. I migranti invitano questa umanità a non girarsi dall’altro lato. Se ciò dovesse accadere la profondità del mare sarebbe l’unica accoglienza per i nuovi dannati della terra.
Tommaso Russo. Novara

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